mercoledì 25 luglio 2012

Esprimere quantità: i classificatori (1)

Sulla scrivania ci sono due libri.

Come tradurreste questa frase in giapponese?
Se vi dicessi:


机の上に本が二冊あります。
Tsukue no ue ni hon ga nisatsu arimasu.


ci sarebbe qualcosa che attira la vostra attenzione? Qualcosa che vi salta all'occhio? Probabilmente si tratta di nisatsu, che non a caso è in grassetto. Ma che cosa vuol dire? Sicuramente avete notato che è un composto di ni (=due) e satsu
Satsu è un classificatore, un suffisso usato quando parliamo di libri e vogliamo "qualificarne" la quantità. Con questo vi ho appena introdotto uno dei concetti più "ostici" della grammatica giapponese, e quello che risulta più difficile da comprendere per un neofita della lingua nipponica è l'utilità stessa di questi "contatori".
Quindi facciamo un passo indietro e procediamo per gradi.

Mi dia tre metri di stoffa.
Ho comprato due chili di mele.

Metri e chili vi dicono qualcosa? Sono unità di misura, sì. Ma potremmo vederle, in maniera più generica, come degli "specificatori" di una determinata quantità, che rispondono alla domanda: "di che natura è quella quantità?". Anche in italiano "Mi dia tre di stoffa" suonerebbe come una frase senza senso: non mi limito a dire tre, perché, anche se è immediato pensare a tre metri di stoffa, potrei anche riferirmi a tre rotoli, tre confezioni, ecc. Stessa cosa per la seconda frase: se dico solo mele e due potrei riferirmi a due mele, ma anche a due chili di mele o a due cassette di mele. Sono quantità molto diverse.

Ora che siete entrati in quest'ottica, leggete queste frasi e fate un piccolo sforzo:


Mi porti un bicchiere d'acqua?
Ti ho aspettato tre ore.

A questo punto non potremmo vedere anche bicchiere e ore come classificatori? Non hanno la stessa funzione, in questo contesto, di metri e chili delle frase precedenti?

Quanta acqua? Uno? Non basta a farmi capire con esattezza. Potrei riferirmi a un'intera bottiglia anziché a un solo bicchiere. 

Ecco, tutto ciò avviene anche in giapponese, diciamo solo in maniera molto più esasperata!
Finora infatti abbiamo usato i nostri "classificatori italiani" laddove potessero sorgere delle "ambiguità".
In giapponese anche una frase come questa:

Nel giardino ci sono tre cani.

ha bisogno di un classificatore. 
Infatti si tradurrebbe così:

Niwa ni wa inu ga sanbiki imasu. 庭には犬が三匹います。oppure
Niwa ni wa sanbiki no inu ga imasu. 庭には三匹の犬がいます。

Se dovesse essere ancora difficile capire, per comodità didattica vediamola così: chi ci garantisce che non ci  si stia riferendo a 3 gruppi di cani, 3 coppie o magari 3 dozzine? Anche se in italiano questa frase è inequivocabile, in giapponese potrebbe dare adito a qualche dubbio se non si inserisce l'opportuno classificatore. Insomma, cerchiamo di vedere "ambiguità" ovunque e non ci sbaglieremo! Il nostro nuovo motto sarà: evitare fraintendimenti! Quindi, una volta per tutte:

l'uso del classificatore è obbligatorio!

è indispensabile conoscere e saper usare i classificatori se si vuole parlare un giapponese corretto, ma se siete studenti alle prime armi cercate di ricordare almeno quelli più comuni:


Curiosità!
Vi sarete un po' sorpresi nel constatare che "conigli" non rientra nella categoria "animali piccoli" ma è accoppiato a "uccelli" in una categoria a parte. Ecco la spiegazione che ho trovato sulla Wiki: "i monaci buddisti giapponesi non potevano mangiare altra carne se non quella di volatile, ma adoravano così tanto la carne di coniglio che se ne uscirono a sostenere che i conigli sono in effetti uccelli, e che le loro orecchie sono ali rudimentali. Infatti, i conigli si muovono toccando il suolo con due sole zampe alla volta [come gli uccelli]." Ok, la forzatura dei monaci buddisti - concedetemelo - è veramente sfacciata, ma chapeau a tanta scaltrezza! XD E la cosa affascinante è che il segno di questa golosità atavica sia stato portato in eredità attraverso i secoli fino a resistere nella lingua che tutti i giapponesi oggi parlano! 


Inoltre:
Quando non sapete che classificatore usare, ricorrete a つ tsu, il "classificatore universale".

Classificatori di tempo determinato

Classificatori di tempo continuato

E poi, come vi dicevo, ci sono anche le unità di misura come メートル meetoru, キロ kiro, ecc. che hanno la valenza di versi e propri classificatori e che sono usati come tali.

Ora sapete a cosa servono e quali sono i principali classificatori. In un altro post vi spiegherò più dettagliatamente come combinarli con i numeri e come usarli all'interno di una frase.

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