lunedì 31 dicembre 2012

Erin ga choosen! Nihongo dekimasu.

Oggi voglio recensire questo sito favoloso che ho scoperto per caso:

Ed è strano che non lo abbia visto prima, spulciando tra blog linguistici e siti per l'apprendimento del giapponese. Strano perché, nonostante non sia fruibile nella nostra lingua, resta un validissimo strumento per imparare la lingua, anzi eccezionale direi!

Allora, il sito offre un corso totalmente gratuito ricco di contenuti multimediali (video, dialoghi in forma di manga, esercizi ecc.) e accessibile a chiunque (in diverse lingue, purtroppo manca l'italiano). Volendo, si può anche effettuare la registrazione (sempre gratuita) che permette di avere qualche contenuto in più (fra cui del materiale da stampare) e di registrare automaticamente i propri progressi.

A questo punto potete procedere passo passo seguendo le 25 lezioni del corso oppure accedere direttamente ai contenuti che vi interessano e che trovate raggruppati per sezioni più in basso nella home page.

I video possono essere visti con sottotitoli in giapponese, kana, romaji e inglese, quindi potete giostrarvi come meglio volete e personalizzare in base al vostro livello di conoscenza. Io, per esempio, seleziono sempre, oltre al nihongo, la trascrizione in romaji (mi serve per i kanji che non so leggere) e la traduzione in inglese.

Vi consiglio di esplorare bene tutte le risorse del corso e di non tralasciare nessuna sezione, anche se alcune possono sembrarvi ridondanti! In realtà vi accorgerete come ognuna ha quel suo qualcosa in più. Per esempio, l'area Manga potrebbe sembrare una semplice trasposizione dei dialoghi presenti nello sketch ad apertura di lezione in forma di manga appunto, invece comprende anche una rubrica molto carina - Learn with onomatopoeia with manga - con tanto di video. :) Lo stesso dicasi per l'area Script, che riporta lo stesso dialogo dello sketch iniziale corredato però da delle note utilissime. 

Ogni lezione comprende degli sketch (skit in inglese) che seguono le "avventure" di Erin, una ragazza arrivata appena arrivata in Giappone come studentessa di scambio. Avrete così modo di imparare la lingua vera, diversa da quella che potreste imparare solo sui libri e ricca di espressioni colloquiali. 
Ma la cosa fantastica di questo sito è che non si tratta di un semplice corso di lingua, ma anche di cultura giapponese! Nelle sezioni What's this, Let's see e Let's try, per esempio, degli studenti giapponesi parleranno delle loro routine quotidiane e dei loro hobby, vi sarà spiegato come procedere nella vestizione del kimono o come preparare un obento o fare il sushi, sarete portati all'interno di una casa giapponese... E vi saranno presentati tanti oggetti uno più strano dell'altro come la colla per le calze e il mimikaki (a voi l'onore di scoprire di cosa si tratta XD).

Quindi, tirando le somme, il corso è molto didattico e strutturato in modo da imparare la lingua nel modo più naturale e piacevole possibile (se riuscite a reggere l'insopportabile squittio della versione animata di Erin -.-). Spiega nel dettaglio i diversi costrutti grammaticali o espressioni idiomatiche che troverete di volta in volta nei dialoghi e, anche se può risultare un po'  pedante, vi consiglio di non tralasciare nessuna sezione, neanche quelle che vi sembrano più stupide!
Altro grande punto a favore: potete scaricare tutto il materiale delle lezioni sia come file audio sia come testo!

Unica nota: non ve lo consiglio se siete proprio neofiti della lingua. Non è l'ideale per cominciare perché rischierete di non capire proprio tutto e andreste molto a rilento. Quindi fatevi una base prima (vi spiego come nel post "Il giapponese da autodidatta") e poi, se volete, potete tranquillamente continuare il vostro percorso su Nihongo dekimasu!

Ganbatte ne! :) 

domenica 29 luglio 2012

Avverbi

Ci sono avverbi di modo, ma anche di tempo, di luogo, di quantità, di valutazione.
La maggior parte degli avverbi non è seguita da particelle.
Molti aggettivi possono essere trasformati in avverbi (avverbi aggettivali, uso avverbiale dell’aggettivo):
  • Agg-i à -ku (es. hayai à hayaku; ureshii à ureshiku)
  • Agg-na à -ni (es. shizukana à shizukani)

Nota: ii à yoku. Yoku traduce sia “bene” sia “spesso”.

Qualche consiglio per la traduzione: spesso si può tradurre in italiano con la forma –mente, ma in alcuni casi, più che al modo in cui si attua un’azione, ci si riferisce allo stato risultante da quell’azione (e quindi la traduzione va adattata di conseguenza).
Inoltre alcuni termini in ku non fungono da avverbi, ma da sostantivi (es. chikaku no mise, un negozio vicino).

Frequenti sono le forme avverbiali raddoppiate, spesso con effetti onomatopeici (たびたび, a volte; ぴかぴか e きらきら, in modo scintillante; にこにこ, con il sorriso; ぽっく, improvvisamente, するする, dolcemente [scorrendo, scivolando]; ecc.).
Spesso, specialmente per le forme onomatopeiche, è usata la particella "come se".
L’avverbio va collocato prima del verbo o dell’aggettivo che va a “modificare”, o anche a inizio frase.

Alcuni avverbi di uso comune: zenbu (completamente), ima (ora), sukoshi (un po’), mou sugu (presto), sou (così), totemo (molto), kanari (abbastanza), amari (molto, con forma negativa).

Ci sono anche avverbi verbali (o, meglio, un uso avverbiale del verbo) e nominali. Li esamineremo in un altro post.

mercoledì 25 luglio 2012

Esprimere quantità: i classificatori (1)

Sulla scrivania ci sono due libri.

Come tradurreste questa frase in giapponese?
Se vi dicessi:


机の上に本が二冊あります。
Tsukue no ue ni hon ga nisatsu arimasu.


ci sarebbe qualcosa che attira la vostra attenzione? Qualcosa che vi salta all'occhio? Probabilmente si tratta di nisatsu, che non a caso è in grassetto. Ma che cosa vuol dire? Sicuramente avete notato che è un composto di ni (=due) e satsu
Satsu è un classificatore, un suffisso usato quando parliamo di libri e vogliamo "qualificarne" la quantità. Con questo vi ho appena introdotto uno dei concetti più "ostici" della grammatica giapponese, e quello che risulta più difficile da comprendere per un neofita della lingua nipponica è l'utilità stessa di questi "contatori".
Quindi facciamo un passo indietro e procediamo per gradi.

Mi dia tre metri di stoffa.
Ho comprato due chili di mele.

Metri e chili vi dicono qualcosa? Sono unità di misura, sì. Ma potremmo vederle, in maniera più generica, come degli "specificatori" di una determinata quantità, che rispondono alla domanda: "di che natura è quella quantità?". Anche in italiano "Mi dia tre di stoffa" suonerebbe come una frase senza senso: non mi limito a dire tre, perché, anche se è immediato pensare a tre metri di stoffa, potrei anche riferirmi a tre rotoli, tre confezioni, ecc. Stessa cosa per la seconda frase: se dico solo mele e due potrei riferirmi a due mele, ma anche a due chili di mele o a due cassette di mele. Sono quantità molto diverse.

Ora che siete entrati in quest'ottica, leggete queste frasi e fate un piccolo sforzo:


Mi porti un bicchiere d'acqua?
Ti ho aspettato tre ore.

A questo punto non potremmo vedere anche bicchiere e ore come classificatori? Non hanno la stessa funzione, in questo contesto, di metri e chili delle frase precedenti?

Quanta acqua? Uno? Non basta a farmi capire con esattezza. Potrei riferirmi a un'intera bottiglia anziché a un solo bicchiere. 

Ecco, tutto ciò avviene anche in giapponese, diciamo solo in maniera molto più esasperata!
Finora infatti abbiamo usato i nostri "classificatori italiani" laddove potessero sorgere delle "ambiguità".
In giapponese anche una frase come questa:

Nel giardino ci sono tre cani.

ha bisogno di un classificatore. 
Infatti si tradurrebbe così:

Niwa ni wa inu ga sanbiki imasu. 庭には犬が三匹います。oppure
Niwa ni wa sanbiki no inu ga imasu. 庭には三匹の犬がいます。

Se dovesse essere ancora difficile capire, per comodità didattica vediamola così: chi ci garantisce che non ci  si stia riferendo a 3 gruppi di cani, 3 coppie o magari 3 dozzine? Anche se in italiano questa frase è inequivocabile, in giapponese potrebbe dare adito a qualche dubbio se non si inserisce l'opportuno classificatore. Insomma, cerchiamo di vedere "ambiguità" ovunque e non ci sbaglieremo! Il nostro nuovo motto sarà: evitare fraintendimenti! Quindi, una volta per tutte:

l'uso del classificatore è obbligatorio!

è indispensabile conoscere e saper usare i classificatori se si vuole parlare un giapponese corretto, ma se siete studenti alle prime armi cercate di ricordare almeno quelli più comuni:


Curiosità!
Vi sarete un po' sorpresi nel constatare che "conigli" non rientra nella categoria "animali piccoli" ma è accoppiato a "uccelli" in una categoria a parte. Ecco la spiegazione che ho trovato sulla Wiki: "i monaci buddisti giapponesi non potevano mangiare altra carne se non quella di volatile, ma adoravano così tanto la carne di coniglio che se ne uscirono a sostenere che i conigli sono in effetti uccelli, e che le loro orecchie sono ali rudimentali. Infatti, i conigli si muovono toccando il suolo con due sole zampe alla volta [come gli uccelli]." Ok, la forzatura dei monaci buddisti - concedetemelo - è veramente sfacciata, ma chapeau a tanta scaltrezza! XD E la cosa affascinante è che il segno di questa golosità atavica sia stato portato in eredità attraverso i secoli fino a resistere nella lingua che tutti i giapponesi oggi parlano! 


Inoltre:
Quando non sapete che classificatore usare, ricorrete a つ tsu, il "classificatore universale".

Classificatori di tempo determinato

Classificatori di tempo continuato

E poi, come vi dicevo, ci sono anche le unità di misura come メートル meetoru, キロ kiro, ecc. che hanno la valenza di versi e propri classificatori e che sono usati come tali.

lunedì 23 luglio 2012

Studiare giapponese sul Web


http://www.livemocha.com/sihp
Il "Facebook delle lingue straniere" è totalmente gratuito se ci si iscrive solo ai corsi base.
Concepito come una community in cui il fiore all'occhiello, rispetto a un corso di lingua tradizionale, è la possibilità di interagire direttamente e in maniera immediata con madrelingua, che non solo correggeranno i nostri esercizi ma ci faranno fare pratica nella conversazione e con la lingua vera  di tutti i giorni.
Ci sono anche dei contenuti a pagamento (come i corsi Active di inglese, francese, tedesco, italiano e spagnolo o le revisioni dagli Esperti Livemocha), accessibili grazie alla Gold Key (che sblocca tutti i contenuti in tutte lingue) oppure utilizzando i token (gettoni) acquistati on-line o guadagnati correggendo gli esercizi degli altri utenti.
Utilissimo per muovere i primi passi con la lingua, specialmente se non avete particolari esigenze e pretese o se per vari motivi non potete affidarvi a un corso più "serio" o a lezioni private con un madrelingua. Personalmente, spulciando su Answers, ho letto le opinioni di gente che lo sconsigliavano categoricamente, ma c'è da dire che, nella maggior parte dei casi (se non in tutti!), si trattava di ragazzi iscritti a un corso di laurea in lingue asiatiche (soprattutto alla Ca' Foscari di Venezia, ma anche all'Orientale di Napoli o alla Sapienza di Roma) e non tutti hanno modo di seguire questa strada (vuoi perché già impegnati in un altro corso universitario, vuoi per motivi geografici e/o economici, vuoi per mancanza di tempo). Detto questo, io trovo che il corso di Livemocha sia una valida alternativa o, comunque, un ottimo compromesso! Specialmente per chi, come me, non ha difficoltà a organizzare e gestire lo studio in piena autonomia e con tempi molto flessibili. Ergo, se rientrate in questa categoria, Livemocha fa al caso vostro MA è molto importante accoppiarlo a una buona grammatica (ve ne consiglio qualcuna in un altro dei miei post).
Punti di forza: visualizzazione delle frasi sia in giapponese (kanji+kana) sia in romaji. Possibilità di creare flashcard personalizzate su cui poi esercitarsi. Esercizi di pratica orale che verranno valutati da madrelingua (che, a loro volta, potranno allegare nel feedback una loro registrazione), utili per perfezionare la pronuncia (anche in Busuu è possibile inviare registrazioni vocali, ma a pagamento).
Punti deboli: i molti errori principalmente ortografici disseminati qua e là nelle varie lezioni, per cui... occhio!!! Inoltre, gli esercizi possono essere revisionati anche da chi si dichiara "fluente" in quella determinata lingua, ma è uno svantaggio relativo: basta non prendere in considerazione queste review!
La chicca in più: gli esercizi spiegati dall'utente Akira_JP (madrelingua giapponese, Esperto Livemocha). Aprite il suo profilo, cliccate su "Esercizi inviati" a sinistra e cercate quelli di giapponese. Oltre a direzioni ed esempi su come svolgerli, vi fornisce delle note grammaticali molto utili!


Simile a Livemocha nella concezione della community linguistica e nella presenza di contenuti sia gratuiti che a pagamento, ma con qualche sostanziale differenza.
Punti di forza: la grafica e l'interfaccia sono molto accattivanti, e l'idea del giardinetto che cresce e si popola man mano che progrediamo nello studio è davvero deliziosa! ^^ Altra chicca: i dialoghi (con traduzione e tutto, ma l'audio sarà a pagamento dopo qualche tempo dall'iscrizione). I giochi. Il test di livello. La chat con le proposte di conversazione relative agli argomenti delle varie unità.
Punti deboli: non vedrete l'ombra di un kanji! :S

E ora tiriamo le somme! Allora, il grande vantaggio di Livemocha e Busuu è sicuramente quello di poter comunicare con madrelingua e di avere gli esercizi corretti in tempo - più o meno - reale. A questo proposito devo dire però che in Busuu i feedback sono mooolto più veloci (e numerosi). La differenza con Livemocha, almeno in questi termini, è veramente tanta.
Complessivamente, però, anche se Busuu è gradevole sotto molti punti di vista, trovo molto più utile Livemocha. Ma forse è perché ho cominciato a studiare da lì e mi sono abituata alla sua impostazione.

Un sito in inglese con un dizionario che vi aiuterà a destreggiarvi fra le migliaia di kanji che incontrerete studiando giapponese! L'interfaccia è semplice e abbastanza intuitiva. Potete trovare un qualsiasi kanji utilizzando più filtri (anche in combinazione, per velocizzare la ricerca): livello (grade), numero di tratti (stroke) e radicali (radical). Gli strumenti a disposizione per affinare la ricerca sono molti. Per esempio: se non siete sicuri del numero dei tratti del kanji che state cercando, non scrivete la cifra esatta ma un intervallo di valori più probabili (basta specificare gli estremi unendoli con un trattino-meno, come indicato nella stessa maschera per la ricerca). Inoltre, se conoscete la pronuncia del kanji, basta digitarla in hiragana/katakana nell'apposita casella.
Punti di forza: le frasi-esempio fornite per ogni kanji, che vi aiuteranno a capirne meglio l'uso nella lingua corrente (altro che Google Translator! :S).

venerdì 20 luglio 2012

Il giapponese da autodidatta

Imparare il giapponese da autodidatta è possibile. Basta trovare il metodo giusto! Io ho fatto così:



Innanzitutto ho imparato i kana (prima l'hiragana e poi il katakana). Per farlo vi occorreranno una tabella dei kana (ne troverete a migliaia su Google Immagini o su qualsiasi sito/pagina sulla lingua giapponese, non ultima la cara vecchia Wikipedia) e pochi giorni (che impiegherete soprattutto a esercitarvi scrivendo parole a voi familiari - possibilmente giapponesi - con questi sillabari, in modo da facilitare la memorizzazione). C'è un preciso ordine di scrittura per ogni carattere, che vi consiglio di imparare sin da subito. Eccovi un PDF di esercizi sui kana dove, per ogni carattere, è indicato anche l'ordine dei tratti: http://brng.jp/50renshuu.pdf e un elenco di parole che io usavo per ricordare i kana, scrivendole e riscrivendole più volte: sumo, karaoke, karate, sushi, sashimi, ramen, wasabi, manga, anime, ecc. ci siamo capiti XD

Comunque ci sono alcune "particolarità" che possono aiutarvi:
he: è uguale in entrambi i sillabari
ni: ha la stessa scrittura (e pronuncia) del kanji che vuol dire "due"
ka: è simile fra i due sillabari.

Inoltre: attenzione a non confondere ツ (tsu) con シ (shi), ソ (so) con ン (n) e ナ (na) con メ (me)!

Ora che sapete leggere il giapponese (anche se non del tutto, vi manca ancora il sistema di scrittura che si basa sui kanji) potete cominciare un corso. Busuu è tutto in kana, quindi l'approccio sarà sicuramente più facile, anche se questo, alla lunga, rischia di penalizzarvi. Su Livemocha, anche se non riuscirete a ricordare e riscrivere i kanji che man mano incontrerete, se non altro comincerete a familiarizzare con essi e a gettare le basi per uno studio più approfondito e sistematico dopo. Comunque i kanji di uso più comune entreranno nel vostro bagaglio linguistico già da subito con il minimo sforzo, perché vedendoli e rivedendoli più volte li memorizzerete senza neanche accorgervene (es. "watashi", "kare", "kanojo", "nan", "ki", "hon", "kuruma", "ie", "taberu", "nomu", "yomu"...).
Le lezioni vi aiuteranno soprattutto ad arricchire il lessico e a familiarizzare, in maniera del tutto passiva e automatica, con i rudimenti della sintassi giapponese, attraverso le frasi che man mano verranno presentate.

Ma siccome questo tipo di "apprendimento passivo" non è molto produttivo (a meno che non viviate in Giappone e siate bombardati dalla lingua 24h su 24, 7 giorni su 7 per una buona manciata di mesi!), non andrete molto lontano se vi limitate alle lezioni di Livemocha/Busuu. Ergo: non riuscirete mai ad articolare frasi più complesse se non accoppiate alle lezioni di cui sopra lo studio delle nozioni grammaticali che man mano incontrerete.

A quanto pare le migliori in lingua italiana, utilizzate anche da studenti universitari, sono la Grammatica di giapponese moderno di Y. Kubota (Cafoscarina) e la Grammatica giapponese di Mastrangelo-Ozawa-Saito (Hoepli). La prima è un'edizione più datata rispetto alla grammatica della Hoepli.
In alternativa, ce n'è una scaricabile gratuitamente da Internet, la Tae Kim's (in inglese). Personalmente non ho avuto modo di consultarla più di tanto, ma in rete molti la consigliano e linkano (http://www.guidetojapanese.org/learn/grammar).

Quindi: usate la grammatica man mano che procedete con le lezioni su Livemocha o, comunque, ogni qualvolta incontrerete un costrutto particolare, nuovo. Andatevelo a cercare e guardatevi la regola base, fate confronti con gli esempi forniti dal testo! Poi provate a scrivere voi delle frasi applicando quel modello, cercate di capire in quali situazione è bene usare una forma e in quali è meglio ricorrere a un'altra (distinguete in particolare le forme colloquiali da quelle scritte, quelle formali e quelle informali; cercate di cogliere le diverse sfumature di significato e i diversi contesti a cui si possono adattare determinate espressioni...senza stressarvi troppo però!). Tenete sempre presente: la grammatica non è fine a se stessa! 


Consultate questo sito per una serie di link sulla grammatica: http://nihongo-e-na.com/eng/site/tag/Grammar/

Pensavate che li avessi dimenticati?! Eh no! Ci sono ancora i kanji da imparare! I kanji: croce e delizia per ogni sventurato studente che si approccia allo studio della lingua giapponese! Ok, forse più croce fra le due, ma tant'é... I kanji vanno imparati, c'è poco da fare! Tutto sta, anche qui, nel trovare il giusto metodo per affrontarli!

C'è chi prova a memorizzare i 1 006 kyouiku kanji proposti dalle scuole giapponesi e suddivisi per anno scolastico di insegnamento. C'è chi, scoraggiato dalla faraonica impresa, tenta un approccio più "razionale" e si butta sui radicali. Io ho passato entrambe queste fasi e alla fine ho ceduto al metodo Heisig http://en.wikipedia.org/wiki/Remembering_the_Kanji_and_Remembering_the_Hanzi! Non c'è che dire: finora si è rivelato il migliore e in poco tempo permette di imparare centinaia di kanji. Sfrutta la memoria associativa, l'unica che può venirci in soccorso in questo caso. Unico svantaggio? Il metodo dissocia l'apprendimento della scrittura dall'apprendimento della lettura dei kanji. Quindi prima imparerete una serie di kanji e solo alla fine di questo lavoro imparerete la loro pronuncia. Se la prospettiva non vi alletta, la cosa si può aggirare facilmente: basta andare a cercarvi la lettura in qualche vocabolario e segnarvela accanto a ogni kanji!

5. Guardate dorama, anime, live action! (preferibilmente con sottotili in giapponese)
Potreste anche cimentarvi con film nella vostra madrelingua impostando sottotitoli in giapponese, magari solo in qualche sequenza. Potete: sentire la battuta e, senza guardare i sottotitoli, abbozzare una traduzione in giapponese per poi andare a verificare. È un buon metodo per mettersi alla prova e imparare allo stesso tempo! ;-)Oppure semplicemente potete segnatervi la traduzione giapponese di qualche espressione particolare che sentite in qualche battuta del film. Insomma non c'è limite alla fantasia in quanto a trucchetti didattici, potete sbizzarrirvi! .

E soprattutto: ricordatevi sempre di divertirvi studiando! Nulla dovrebbe essere un'imposizione, studiate solo quando ne avete più voglia ma cercate di essere costanti! Il vantaggio di studiare per conto proprio è quello di non avere pressioni esterne o motivi di stress, ma è un'arma a doppio taglio: cercate di fissare degli obiettivi, anche a lungo termine, e di verificare periodicamente i vostri progressi e le vostre lacune. Solo così saprete quali sono le parti che avete bisogno di rivedere e ripassare più spesso (soprattutto kanji e costrutti grammaticali).

Ga/keredomo/keredo/kedo

Allora, innanzitutto di cosa stiamo parlando?
L'avversativa è una proposizione che generalmente, in italiano, viene introdotta da congiunzioni come "ma", "tuttavia", "eppure", ecc.
Esempio banalissimo con relativa traduzione in giapponese:

Abito a Tokyo, ma non sono giapponese.
東京に住んでいます、日本人ではありません。
Toukyou ni sunde imasu ga, nihonjin dewa arimasen.

Spicca la particella "ga", che, quindi, ha la funzione di connettere la subordinata (東京に住んでいます) alla principale (日本人ではありません) e che in questo esempio potremmo tradurre con l'italiano "ma".

Stessa funzione di が ce l'hanno けれども, けれど e けど (forme via via più colloquiali).
La differenza è che "ga" è utilizzato sia nello scritto sia nel parlato, mentre gli altri sono più frequenti nella lingua parlata.

Quindi ecco uno specchietto che vi aiuterà a costruire il vostro periodo:

V/Agg: B3 + ga/keredo(mo)
N da + ga/keredo(mo)

Esempi:
Samui keredo, T-shatsu o kiteimasu.
Itariajin da kedo, pasuta ga amari suki janai.

Potenziale

In questo post vedremo come esprimere:
  • capacità (tradotta spesso in italiano come conoscere, sapere)
  • potere

Cominciamo con un'occhiata a queste tre frasi:
  1. Watashi wa nihongo ga dekiru.
  2. Watashi wa nihongo wo hanasu koto/no ga dekiru.
  3. Watashi wa nihongo wo hanaseru.

Questi 3 costrutti sono equivalenti, nel senso che esprimono lo stesso concetto in giapponese.
Vediamo di analizzarli separatamente.


Hanaseru è la forma potenziale del verbo, costruita:
  • per i godan: con la formula B5 + ru
  • per gli ichidan: B1 + rareru
  • kuru diventa korareru
  • suru diventa dekiru

***

Anziché utilizzare il verbo declinato al potenziale, si può ricorrere al costrutto 2):
V-B4 + koto / no + が できる

Nota: "koto" in giapponese vuol dire "fatto" (sostantivo), ma in questo caso non si traduce perché funge da "indicatore" della proposizione oggettiva.

***
Infine, in maniera ancora più semplice, abilità possono essere espresse seguendo il primo modello:
A が できる             dove A sta per abilità
Quache esempio:
Watashi wa piano ga dekiru. (cfr. Watashi wa piano o hiku ga dekiru)
Anata wa sakkaa ga dekiru.

L'abilità può fare riferimento a una lingua straniera, uno strumento musicale, uno sport, etc.

sabato 19 maggio 2012

Youkoso!

このブログにようこそ!(^o^)
Allora, le presentazioni: sono una studentessa italiana, che dalla scorsa estate ha sviluppato una curiosità e un interesse smodati per il Giappone! Smodati perché non ero mai stata una fan sfegatata di manga, anime o altre nipponiche trovate. Men che meno, avevo mai sognato di recarmi nel Paese del Sol Levante. Niente di tutto questo, nossignori. Ok, sapevo che in Giappone si usavano i kimono, che mangiavano sushi (la prima volta che l'assaggiai, nel febbraio del 2006, me ne innamorai!) e che per dire che qualcosa era fantastico prorompevano in un "saiko!" (troppa l'assonanza con l'inglese "psycho", psicopatico - ecco perché quell'unica parola l'avevo fissata bene in mente :P). Forse poco più di questa era la mia conoscenza del Giappone, nonostante avessi un'amica 100% nipponica - e adorabile come pochi! ^^
Per farla breve, mi sono avvicinata al Giappone e al giapponese - meno di un anno fa - da completa assoluta totale neofita!!!

Questo blog sarà una sorta di "diario di bordo" che terrò man mano avanzerò con lo studio del nihongo. Magari sarà utile anche a chi, come me, si approccia a questa lingua meravigliosa da autodidatta. E anche per scambiarci consigli su libri, anime, film e dorama a cui dare un'occhiata! ;)

じゃ、よろしくお願いします!